“Francesco Gaetano: la pala d’altare della chiesa di Sant’Anna di Lagonegro” di Marco Tedesco, storico dell’arte RAM Rinascita Artistica del Mezzogiorno

Tanti nomi, tante opere hanno fatto grande la storia dell’arte del XVII sec. nel meridione d’Italia. Nomi come Michelangelo Merisi detto il Caravaggio e i suoi seguaci come ad esempio il cavalier calabrese Mattia Preti che in molti testi di storia dell’arte hanno il privilegio di occupare pagine importanti che hanno fatto grande la cultura artistica italiana del ‘Seicento.  Se ci si addentra nei luoghi più impervi di questo grande museo a cielo aperto che è l’Italia, scopriremo pagine della storia dell’arte che difficilmente troviamo nei testi.

La Seicentesca chiesa di Sant'Anna di Lagonegro (Potenza)

La Seicentesca chiesa di Sant’Anna di Lagonegro (Potenza)

Lagonegro, importante cittadina situata in Basilicata in provincia di Potenza è essa stessa uno scrigno di tesori autentici. Nella locale chiesa di Sant’Anna, risalente alla seconda metà del ‘Seicento, è custodito un interessantissimo dipinto attribuito al pittore lucano Francesco Gaetano. Di questo artista poco si conosce a livello documentale, ma sappiamo attraverso notizie riportate da Anna Grelle nel suo testo Arte in Basilicata che potrebbe trattarsi di un seguace di Mattia Preti: “Ancora a Lagonegro” scrive la Grelle “nella chiesa di Sant’Anna, il nome di un seguace del Preti, Francesco Gaetano, è dichiarato dalla enorme pala del 1666 con la santa eponima, San Gioacchino ed i quattro S. Francesco” (Anna Grelle, Arte in Basilicata, Roma, Edizioni De Luca, 2001, p. 126).

 

Francesco Gaetano, Sant'Anna con la Vergine bambina in gloria tra San Gioacchino e San Michele Arcangelo e i quattro S. Francesco Saverio, di Sales, d'Assisi e di Paola, 1666, Lagonegro (Potenza), chiesa di Sant'Anna

Francesco Gaetano, Sant’Anna con la Vergine bambina in gloria tra San Gioacchino e San Michele Arcangelo e i quattro S. Francesco Saverio, di Sales, d’Assisi e di Paola, tela, 1666, Lagonegro (Potenza), chiesa di Sant’Anna (foto di Maddalena Falabella)

 

La composizione di divide in due registri. Partendo dal registro superiore, troviamo al centro Sant’Anna con la Vergine bambina in gloria con sulle loro teste la colomba dello Spirito Santo e ai lati San Gioacchino, suo sposo e San Michele Arcangelo, entrambi seduti su nuvole a forma di trono, sorretto da due putti, il cui schienale è formato da una luce divina che cade dall’alto insieme con la colomba dello Spirito Santo, posta in corrispondenza della testa della Vergine bambina, prefigurazione delle parole che le rivolgerà in età giovanile l’arcangelo Gabriele nell’episodio dell’Annunciazione “lo Spirito di Dio scenderà su di Te”.

Nel registro inferiore abbiamo i Ss. Francesco Saverio, Francesco di Sales, Francesco d’Assisi e Francesco di Paola, ognuno dei quali è riconoscibile per gli attributi iconografici ad esso accostati: il giglio per San Francesco Saverio, la mitra e il pastorale per San Francesco di Sales, le stimmate per San  Francesco d’Assisi e il bastone e il mantello per San Francesco di Paola, i quali hanno lo sguardo rivolto verso l’alto ed appaiono in preghiera come rapiti dalle figure dei Santi Anna , Gioacchino e Michele Arcangelo del registro superiore della composizione. Fa da sfondo ai quattro San Francesco una veduta di paesaggio, probabilmente un tipico paesaggio montano lucano.

La struttura in due registri della composizione di questo dipinto ricorda la stessa utilizzata da Mattia Preti nel 1656 per i Bozzetti votivi degli affreschi per le sette porte di Napoli, oggi conservati a Napoli nel Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte, in cui anche qui compare San Francesco Saverio il quale, insieme al patrono partenopeo San Gennaro e a Santa Rosalia, venne inserito nella composizione di Mattia Preti come santo intercessore presso la Vergine per la protezione dalla peste della città di Napoli.

Mattia Preti, Bozzetto per gli affreschi votivi delle sette porte di Napoli, olio su tela, 1656, Napoli, Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte

Mattia Preti, Bozzetto per gli affreschi votivi delle sette porte di Napoli, olio su tela, 1656, Napoli, Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte

 

Il dipinto di Francesco Gaetano qui preso in esame ci mostra la presenza di San Michele Arcangelo, inserendosi in tal modo in un percorso volto alla diffusione del culto Micaelico, del quale nella città di Lagonegro si hanno tracce fin dal Medioevo a partire dall’affresco rupestre del XIV sec., riportato alla luce dall’associazione lagonegrese “A Castagna r’a Critica”, arrivando al Cinquecentesco stemma della città di Lagonegro in cui il Santo Arcangelo è raffigurato nell’atto di uccidere il drago, episodio che lega al culto dell’Arcangelo Michele anche una parte della toponomastica lagonegrese (Vallone Dragonara) e ai resti della statua di San Michele di incerta datazione probabimente risalente al XVI sec., ritrovata in pessime condizioni dalla citata associazione, in un armadio della chiesa del Purgatorio di Lagonegro. Tale statua un tempo probabilmente si trovava in una cappella dedicata all’Arcangelo Michele sita nel territorio lagonegrese, crollata agli inizi del ‘Novecento.

 

Anonimo maestro, San Michele Arcangelo, XIV sec., affresco rupestre ritrovato in una grotta nei pressi del castello cittadino

Anonimo maestro, San Michele Arcangelo, XIV sec., affresco rupestre ritrovato in una grotta nei pressi del castello cittadino (foto di Maddalena Falabella)

 

Stemma cinquecentesco cittadino di Lagonegro con San Michele che uccide il drago

Stemma cinquecentesco cittadino di Lagonegro con San Michele che uccide il drago (foto di Maddalena Falabella)

 

Resti della statua di San Michele Arcangelo di incerta datazione, forse XVI sec., ritrovati nella chiesa del purgatorio di Lagonegro

Anonimo maestro, resti della statua di San Michele Arcangelo di incerta datazione, forse XVI sec., ritrovati nella chiesa del purgatorio di Lagonegro (foto di Maddalena Falabella)

 

Francesco Gaetano, Sant'Anna con la Vergine bambina in gloria tra San Gioacchino e San Michele Arcangelo e i quattro S. Francesco Saverio, di Sales, d'Assisi e di Paola, part. del San Michele Arcangelo

Francesco Gaetano, Sant’Anna con la Vergine bambina in gloria tra San Gioacchino e San Michele Arcangelo e i quattro S. Francesco Saverio, di Sales, d’Assisi e di Paola, part. del San Michele Arcangelo (foto di Giovanni Taddeo)

 

Un particolare verismo e una particolare attenzione alla realtà compaiono nella Sant’Anna con la Vergine bambina in gloria tra San Gioacchino e San Michele Arcangelo e i quattro S. Francesco Saverio, di Sales, d’Assisi e di Paola di Francesco Gaetano, il quale dimostra in questo dipinto di conoscere il verismo caravaggesco appreso dalle opere di Mattia Preti. Non a caso, questo aspetto collega il dipinto di Francesco Gaetano al dipinto presente nel convento lagonegrese di Santa Maria degli Angeli, datato al XVII sec. e attribuito proprio a Mattia Preti da Anna Grelle , raffigurante un Incontro tra San Francesco e San Domenico (Anna Grelle, Arte in Basilicata, Roma, Edizioni De Luca, 2001, p. 126).

Mattia Preti (attr.), Incontro tra San Francesco e San Domenico, olio su tela, XVII sec., Lagonegro, convento di Santa Maria degli Angeli

Mattia Preti (attr.), Incontro tra San Francesco e San Domenico, olio su tela, XVII sec., Lagonegro, convento di Santa Maria degli Angeli

 

Con la Sant’Anna con la Vergine bambina in gloria tra San Gioacchino e San Michele Arcangelo e i quattro S. Francesco Saverio, di Sales, d’Assisi e di Paola di Francesco Gaetano, la storia dell’arte dell’Italia meridionale ci fa conoscere uno straordinario pittore attraverso questo dipinto a lui attribuito, unica opera documentata fino ad ora dell’intera attività artistica di Francesco Gaetano ma che inizia a scrivere una importante pagina di quello che si rivelerà un affascinante capitolo inedito della storia dell’arte italiana del ‘Seicento.

 

 

Marco Tedesco

 

 

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